Caro Direttore,
Nicolae Ceausescu ridusse la Romania alla fame e alla disperazione. Venne ucciso il 25 Dicembre 1989 a Targoviste, non lontano da Bucarest –la capitale- dopo una rocambolesca fuga a seguito di un colpo di stato travestito da rivoluzione. Dopo un sommario processo popolare, venne fucilato insieme all’inseparabile moglie Elena.
La Romania era finalmente libera.
Si trovò da un giorno all’altro a dover competere con un altro mondo, quello capitalista, libero certo, ma non meno spietato. Si abbracciò quel mondo, abbagliati da luci al neon e facili tentazioni da dimenticarsi il valore della libertà acquisita. Oggi Bucarest cresce , grazie soprattutto alle imprese straniere che lì trovano agevolazioni. Ma tutto intorno… il tempo sembra essersi fermato a diversi decenni fa. Qualcuno (pochi) ce l’ha fatta, gli altri peggio per loro; queste sono le regole del soldo. E’ in uno di quei vecchi fabbriconi di regime sulla strada per Targoviste, tutto mattoni e lamiera che l’installazione di un artista mi ha suggerito questa riflessione: sono dipinti Lenin, Ceausescu e Stalin che dormono sotto una confortevole coperta di dollari americani. Sopra di loro uno striscione chiede di stare attenti, perché l’ideologia non muore mai, al massimo dorme. L’ideologia infatti non è solo una dittatura o un regime. E’ un approccio umano alla realtà, che non è più capace di guardare il mondo e se stesso in cerca di liberazione, ma che impone la propria idea convinto di garantirsi un minimo di benessere. Nella sua “Lettera ai cristiani d’occidente” Josef Zverina (teologo cecoslovacco) grida: “…Non conformatevi! Mè syschematízesthe! Come è ben mostrata in questa parola la radice verbale è perenne: schema. Per dirla in breve, è vacuo ogni schema, ogni modello esteriore. Dobbiamo volere di più, l'apostolo ci impone: cambiare il proprio modo di pensare in una forma nuova!” . Se ci affidiamo solamente a schemi, idee, sistemi, per quanto buoni essi siano saremo sempre ben lontani dalla libertà.
Dear
Director,
Nicolae
Ceausescu reduced Romania to starve and desperation. He was killed on December
25th 1989, in Targoviste, not far from Bucarest, after an
extraordinary escape after a coup d’étate, dressed up as a revolution. After
a summary popular trial, he was shot
together with the beloved wife Elena. Romania was finally free. The Nation
found itself suddenly competing with another world, the Capitalist world, wich
was free, of course, but not less pitiless.
Romania
embraced that world, so dazzled by neon lights and easy temptations, that it
forgot the value of the freedom it gained.
Today Bucarest grows up, thanks to the foreign enterprises that find
facilities there.
But all
around…. It seems that time has been stopped several decades ago. Someone (only
a few) succeeded, the others…well, too
bad for them; these are money rules. It’s in one of those old regime factories,
on the way to Targoviste, all made of bricks and plate, ,that an artwork
installation suggested me this thought: Lenin, Ceausescu and Stalin are painted
while sleeping after a comfortable. Above them a blanket made of American
Dollars. Above them a large stripe warns to pay attention, because ideology
never dies, it can be only asleep.
Ideology,
in fact, is not only a dictatorship or a regime. It’s a human way of looking at
reality, the human approach who is not able anymore to look at the world and himself
in search of liberation, but who imposes his own idea, sure to grant to
himself a minimum of wellness. In his
letter to the Western Christians, Josef
Zverina, Czechoslovack theologist, screams: «do not conform yourselves! Mé
syschematízesthe! As this word shows very well, the verbal root is the same:
“scheme”. In a few words, each scheme, each exterior model, is vacous. We must
want more, – this is what the apostle tells us - we have to change our way to
think into a new shape!”. If we only lean on schemes, ideas, systems, even if they’re good, we’ll always be too far
from freedom.