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SZEKULARIZMUS - Stampa fotografica

E' disponibile la stampa fotografica del wallpaper "SZEKULARIZMUS". realizzato in Ungheria a Marzo 2015.
Si tratta dell' unica testimonianza fotografica ufficiale, stampata su carta Hahnemule William Turner da 190 grammi, con una tiratura limitata di 20 copie, firmate e numerate. L'immagine misura 20 x 30 cm su un foglio di 30 x 40 cm.
La foto, consegnata già con una cornice, può essere acquistata per 150 euro. 
Chi fosse interessato può scrivermi vitali_gio@yahoo.it



SZEKULARIZMUS - Il mio report dall'Ungheria (ITA + ENG version)




Caro Direttore,
nel 1956, certa intellighenzia nostrana salutava quasi con entusiasmo l'invasione sovietica in Ungheria. Si parlò - a proposito del popolo insorto - di un “tentativo reazionario di distorcere il processo di democratizzazione”. Si, perché coi carri armati, dissero altri, il socialismo avrebbe garantito pace e democrazia. Tant'è che una volta ristabilito l' “ordine” per non rischiare nuovamente un insurrezione si iniziò a costruire città modello della “vera” democrazia; lunghe file di palazzoni grigi e uguali, dagli appartamenti claustrofobici che garantivano uguali diritti per tutti. Gli Ungheresi le chiamavano “kis moszkvá” - le piccole Mosca. Nel salotto di un appartamento di queste città, Szentkiralyszabadja, ho trovato un manifesto di 230 x 420 cm, che raffigura l'invasione di alcuni carri armati. Al posto della classica dicitura CCCP compare la scritta SZEKULARIZMUS. Un accostamento molto ardito, si direbbe. Ma sempre di invasione si tratta: oggi non dei carri dell'Armata Rossa, ma dei tank del pensiero unico nichilista. Oggi, di fronte ai pericoli che minacciano il vecchio continente, auspichiamo come unica prospettiva una ultra-laicità che altro non sa fare che eliminare le proprie identità, culturali e religiose, credendo che un appiattimento della persona, delle proprie idee, in nome del “diritto di”, sia sinonimo di uguaglianza, fraternità, libertà. E' solo un annientamento dell'io, che non è più capace di dire chi è ne di proporre nulla; incapace cioè di costruire. E come nel 1956, magari scendiamo nelle piazze ad applaudirlo ed invocarlo.



Dear Director,

In 1956, our certain intellighenzia, welcomed almost with entusiasm the sovietic invasion of Hungary. About the riot people, the newspaper talked about a “reazionar attempt to distorce the process of democratization”. Of course, because with the tank, other said, socialism would have provide peace and democracy. In fact once “order” was restablished , in order not to risk again a new riot, they start to built city models of the “true” democracy; long lines of huge gray and identical buildings, with claustrofobic apartments that provided equal rights for everyone. Hungarians called them “kis moszkvà”, the small Moscows. In the living room of apartment of one of these cities, Szentkiralyszabadja, i have found a wallpaper of 230 x 420 cm , that represents the invasion of some tanks. In the place of the classsic “CCCP” appears the writing SZEKULARIZMUS. A strong switch, someone can say. But it's still an invasion: today the invasion is not made by Red Army, but by the nichilst thought. Today in front of the dangers that threat the “Old Continent”, we hope as only perspective a super-laicity (secularism) that is not able to do anything else that eliminated cultural and religion identities, with the convincion that livelling the person, the ideas, in the name of “right to”, is synonim of “equality, fraternity and freedom.” It is only the end of the self, wich is no more able to say who he is or to suggest anything; wich means no more able to buid. And like in 1956, maybe we go out in the squares to support it and to ask for it.

Giovanni Vitali

Stampa fotografica "STASI - La libertà non vi farà liberi"

E' disponibile la stampa fotografica del wallpaper "STASI - La libertà non vi farà liberi".     
Si tratta dell' unica testimonianza fotografica ufficiale, stampata su carta Hahnemule William Turner da 190 grammi, con una tiratura limitata di 20 copie, firmate e numerate. L'immagine misura 20 x 30 cm su un foglio di 30 x 40 cm.
La foto, consegnata già con una cornice, può essere acquistata per 150 euro. 
Chi fosse interessato può scrivermi vitali_gio@yahoo.it



Infedeli alla linea - trailer #3 - Germania Est




Infedeli alla linea è un progetto che andrà a toccare tutti i Paesi che erano al di là del Muro, alla ricerca di personaggi, storie e luoghi simbolici che possono ancora oggi insegnarci la vera ricerca della Libertà. Questo è il terzo capitolo, Germania Est


STASI - Il mio Report da Vogelsang (ITA + ENG version)

Caro Direttore,
a 80 Km a Nord di Berlino si trova  la città di Vogelsang, avamposto sovietico in quella che fu la DDR.  Costruita per nascondere una base militare, si presentava come una città modello per la Società Nuova che il Socialismo voleva edificare: tutto era costruito a misura di un uomo i cui bisogni erano già stati predefiniti dal potere.  E se qualcuno non ci si fosse trovato bene, provvedeva la STASI, la famigerata polizia politica della Germania Est, a “convincerlo”. Una macchina del sospetto e della paura, capace di indurre l’individuo a rinunciare alla propria libertà e ridursi al pensiero unico dominante, così da guadagnare uno stato di almeno momentanea tranquillità.
Proprio a Vogelsang nella hall del teatro ho trovato questo wallpaper di 200 x 500 cm: c'è un grossa e semplice scritta, STASI, appunto, tutta fatta dalle icone delle applicazioni internet. Oggi la logica del like e dell'hastag la fa padrone, suggerisce il wallpaper.  E in effetti si tratta di una logica che tende a uniformare il pensiero attraverso l’adesione a facili slogan, che finiscono per annullare il tentativo del singolo nel mare indistinto della maggioranza-che-ha-sempre-ragione.  Nell’impero del relativismo, tutti hanno ragione perché nessuno cerca la verità, e tutti affermano di essere liberi e di agire secondo coscienza.  
Oggi che la Stasi non c’è più e Vogelsang è abbandonata, forse ci siamo dimenticati che libertà e verità sono inscindibili. Ce lo richiama bene l-Enciclica Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II  Dio volle, infatti, lasciare l'uomo in mano al suo consiglio (cf Sir 15,14), così che esso cerchi spontaneamente il suo Creatore, e giunga liberamente, con la adesione a lui, alla piena e beata perfezione. Se esiste il diritto di essere rispettati nel proprio cammino di ricerca della verità, esiste ancor prima l'obbligo morale grave per ciascuno di cercare la verità e di aderirvi una volta conosciuta. In tal senso il Card. J. H. Newman, eminente assertore dei diritti della coscienza, affermava con decisione: «La coscienza ha dei diritti perché ha dei doveri».

Giovanni Vitali


Dear Director,

80 Km North of Berlin there is the city of Vogelsang, Soviet outpost in the place that once was the DDR.  Built to hidie a base soldier, it appeared as a city model for the “New Society” that the Socialism wanted to build: everything was built to fit a man whose needs had already been default from the power.  And if someone did notfeel good there, it was the Stasi, the infamous political police of East Germany, to "convince him." A machine of suspect and fear, that was able to induce the individual to abdicate his own freedom and to be reduced to the dominant one thought, in order to earn a condition of at least momentary calm.
In Vogelsang, in the hall of the theater I have found this wallpaper of 200 x 500 cms : there is a big and simple writing, Stasi, all served as the icons of the apps. Once there were the Sovietic spies – the wallpaper suggests - but today it's the logic of the like and the hastag to dominate. A logic that has the tendency to conform the thought through the adhesion to easy slogans, that end up annulling the attempt of the single one in the indistinct sea of the majority-that-has-always-reason.  In the empire of the relativism, everibody is right because nobody looks for the truth, and everyone affirm to be free and to act according to his conscience.
Today that the Stasi there is no more and Vogelsang is abandoned, we forgot that perhaps freedom and truth are indivisible. It is the call of encyclical Veritatis Splendor of Jhon Paul II : “...God wanted, in fact, to leave the man in the hands of his suggestion (cf Sir 1514), so that he would have spontaneously look for his Creator, and would have freely come, with the adhesion to him, to the full and blessed perfection. If the right to be respected in one's own path of search of the truth exists, then even before there is for everyone the strong moral obligation of iseeking the truth and, once you know it, the obbligation ofsticking with it...”In such sense the Card. J. H. Newman, eminent champion of the rights of the conscience, affirmed with decision: " conscience has some rights because it has some duties." 

Giovanni Vitali


LA NOTTE DEL GENERALE - non c'è giustizia senza perdono - STAMPA FOTOGRAFICA



E' disponibile la stampa fotografica de "LA NOTTE DEL GENERALE- non c'è giustizia senza perdono".     
Si tratta dell' unica testimonianza fotografica ufficiale, stampata su carta Hahnemule William Turner da 190 grammi, con una tiratura limitata di 20 copie, firmate e numerate. L'immagine misura 20 x 30 cm su un foglio di 30 x 40 cm.
La foto, consegnata già con una cornice, può essere acquistata per 150 euro. 

Per saperne di più di questo lavoro:

http://giovannivitali.blogspot.it/2014/11/la-notte-del-generale-report.html

http://giovannivitali.blogspot.it/2014/11/infedeli-alla-linea-1-polonia_20.html

Chi fosse interessato può contattarmi all'indirizzo vitali_gio@yahoo.it


LA NOTTE DEL GENERALE - Il mio Report da Danzica (ITA+ENG version)

9 Novembre 2014

Caro Direttore,

"....Se quell'altra vita di cui m'hanno parlato quand'ero ragazzo, di cui parlano sempre, come fosse cosa sicura; se quella vita non c'è, se è un invenzione de' preti; che fo io? perchè morire? cosa importa quello che ho fatto?.....E se c'è quest'altra vita...!"
".....Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi!Dov'è questo Dio?" 
"Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v'attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?..."

Queste domande dell'Innominato, nell'indimenticabile capitolo del Manzoni, mi sono tornate in mente quando poco tempo fa
sul suo giornale (...), venni a sapere che il Generale Jaruzelski, quello che impose la legge marziale in Polonia nel 1981, si convertì in letto di morte.
Il 9 Novembre 2014 mi trovavo a Danzica  (Gdansk) quando in un sottopassaggio pedonale ho trovato questo grosso manifesto stampato (230 x 300 cm) raffigurante la purtroppo celebre immagine di quel triste annuncio televisivo.
Avvicinatomi per guardarlo meglio ho notato che riflesso nei famosi occhialoni scuri del Generale, visibilmente invecchiato, c'era il volto di Papa Giovanni Paolo II. Due Polacchi che si sono combattuti, con armi e scopi differenti per tutta la vita.
Una grossa scritta in polacco recita "NON C'E' GIUSTIZIA SENZA PERDONO".
Ora io non ho la minima idea del destino di Jaruzelski ne' di nessun altro, ci penserà Dio a suo tempo; ne' tantomeno voglio qui approfondire gli eventi storici di quel periodo: già si è detto e scritto.
Tuttavia, sarà stato il vento gelido del Baltico, pensavo che la giustizia dei tribunali, la giustizia del popolo, non risolve tutto. E' come se mancasse un pezzetto, che non lascia in pace ne il vincitore ne il vinto. Se la giustizia è solo la sconfitta e l'umiliazione dell altro non si sentirebbe il bisogno di chiedere il perdono, umano o divino che sia. Il perdono che - previo pentimento - chiediamo sempre ma che facciamo fatica a dare. Non può essere solo l'imposizione di un' idea, ma il desiderio che tutti possano condividere lo stesso bene. E (grandezza della Chiesa), se non ne siamo capaci, nulla ci vieta di chiederlo a Dio.
Il 9 Novembre 2014 si festeggiava il 25° anniversario di una delle più grandi rivoluzioni del secolo scorso, ma un'altra, che non finirà su nessun libro di storia, è avvenuta, come per l'Innominato, nel cuore del Generale Jaruzelski.



Dear Director,

a short time ago i had read on your newspaper that General Jaruzelsky, the one who imposed the martial law in Polland, in 1981, converted on his death-bed. (...). On November 9th I was in Gdansk, when in a walking subway tunnel, i found this huge printed wallpaper (230 x 300cm) that was representing the famous pictur of that sad TV announcement. When i got closer in order to look at it, i noted that behind his famous big black glasses there was the portrait of Jhon Paul II. Two polish man who fought each other for their entire lives, with different weapons and different goals. A big writing in polish says “ there is no justice without forgiveness”.Now, i have no idea of Jaruzelsky's destiny or anyone else. God will think about it. Nevertheless i was thinking that the justice of the law-houses, the justice of the people doesn't resolve everything. It is like if once piece is missing, a piece that doesn't leave in peace the winner nor the defeated. If justice was only the defeat and humiliation of the other we wouldn't need to ask for forgiveness. It can't be only the imposition of an idea, but the desire that everyone can share the same good. And - strenght of the Church – if we are not able to do it, nothing forbid us to ask God for it. On November 9th 2014 we celebrated 25th anniversary of one of the most important revolution of the last century, but another revolution, that will never be read on an history book, happened in Jaruzelsky heart.

Giovanni Vitali



INFEDELI ALLA LINEA #1 - Polonia





Infedeli alla linea è un progetto che andrà a toccare tutti i Paesi che erano al di là del Muro, alla ricerca di personaggi, storie e luoghi simbolici che possono ancora oggi insegnarci la vera ricerca della Libertà.

Qui il trailer del primo capitolo, Polonia (Danzica + Varsavia)

NEVER FORGET YOUR PAST - stampa fotografica

E' disponibile la stampa fotografica di "Never Forget Your Past".Si tratta dell' unica testimonianza fotografica ufficiale, stampata su carta Hahnemule William Turner da 190 grammi, con una tiratura limitata di 20 copie, firmate e numerate. L'immagine misura 20 x 30 cm su un foglio di 30 x 40 cm.
La foto, consegnata già con una cornice, può essere acquistata per 150 euro. 

Chi fosse interessato può contattarmi   vitali_gio@yahoo.it

NEVER FORGET YOUR PAST - Il mio Report dalla Bulgaria (ITA+ENG version)


5 Ottobre 2014

Caro Direttore,
nel mezzo della Bulgaria, a 1500 metri di altezza, resiste ancora un posto assurdo, tanto affascinante quanto malinconico; è il Buzludzha Monument (loro non lo pronunciano così, ma se il polacco era difficile, il bulgaro è pure scritto in cirillico...), un enorme edificio in cemento armato che prende il nome dalla vetta della montagna su cui si trova. Come al solito, dopo il 1991, a soli dieci anni dalla sua edificazione è stato abbandonato, e nessuno vuole prendersene la responsabilità. Grosso modo si tratta di un centro congressi, costruito nel punto in cui nel 1891 Dimitar Blagoev fondò il Partito Socialdemocratico Bulgaro, germoglio del successivo Partito Comunista.

Prima di partire ho studiato la sua storia (in internet si trovano documentari impressionanti, consiglio di cercarli), e mi ha colpito un murales che campeggiava al suo ingresso, fotografato e riportato dalla stragrande maggioranza dei siti web: una enorme scritta a vernice rossa sopra il cancello d'ingresso, recitava: “FORGET YOUR PAST”- dimentica il tuo passato.
Non so chi l'abbia scritta, ma avrà avuto sicuramente le sue buone ragioni; mi sa che per un po' di anni non se la siano passata bene.
In effetti della Bulgaria si sa ben poco, la risolviamo definendolo il Paese che più di tutti era fedele a Mosca. In realtà possiede tanti aspetti storici e culturali molto importanti, ma, probabilmente, ce ne siamo dimenticati.

Quando sono arrivato sul posto – è incredibile perché è nel nulla, il centro abitato più vicino, Shipka, non più di mille abitanti, si trova a 20 km – ho scoperto che il monito scritto all'ingresso era stato modificato: mantenendo lo stesso carattere e la stessa imponenza – la scritta misura circa 1 metro di altezza per 15 di larghezza – ora recita “NEVER FORGET YOUR PAST” - mai dimenticare il tuo passato.

E in effetti è molto più interessante guardare alla storia con quest'ottica: fa conoscere ed imparare di più, riconoscendo talvolta pagine buie senza il timore di censurarle, ripetendo esattamente gli stessi errori di un regime derivanti dalla menzogna.
Ma non penso che ricordare il passato riguardi solo le questioni di storia e politica; credo che valga anche per le vicende personali, che agli occhi del mondo possono sembrare piccole e insignificanti: la somma delle quantità di scoperte, di incontri, di grazie, plasmano il nostro io presente; ma ce ne dimentichiamo sempre, sopraffatti da un'idea. Non c'è tanta differenza da una ideologia, è solo più in piccolo. Ma se l'uomo non si lasciasse schiacciare da un'idea ma facesse memoria, cioè fosse il frutto dell'esperienza – che è la realtà, cambierebbe, crescerebbe, sarebbe libero. E sarebbe più imponente di tonnellate di cemento armato su una montagna, pian piano dimenticate.

Giovanni Vitali



Dear director,

in the middle of Bulgary, 1500 meters high, there is still an absurd place, amazing as much as sorrowful/nostalgic; it is the Budludzha Monumendt (they don’t pronounce it like this, but if Polish was difficult, Bulgarian is also written with the Cyrillic alphabet…) an enormous building in reinforced concrete that takes the name from the top of the mountain where it takes place. As usual, after 1991, after only ten years from its building, it was abandoned, and nobody want to have the responsibility to take care of it. Basically it was a Congress Centre, built in the spot where in 1891 Dimitar Blagoev founded the Bulgarian Socialdemocratic Party, the germ of the later Communist Party.
Before leaving I studied its history (in internet there are impressive documentaries, I suggest to take a look at them) and I was particularly hit by a wallpaper above the entrance photographed and published on most of the websites: a huge red writing above the gate said: “FORGET YOUR PAST”.
I don’t know who wrote it, but for sure he had his good reasons to do it; I think it had been quite hard for him for several years…
In fact, we know very few things about Bulgary, it’s easier to say that it was the Country which was most faithful to Moscow. Actually, it’s characterized by many important historical and cultural aspects, but, probably, we have forgotten.
When I reached that place – it’s unbelievable because it’s in the middle of nowhere, the closer village, no more than 1000 inhabitants, is 20 km far – I found out that the warning above the entrance had been modified: it had the same font and the same size – more or less 1 meter high and 15 meters long – but now it say: “NEVER FORGET YOUR PAST”.
And it’s extremely more interesting to look at history from this perspective: it allows to know and to learn more, facing dark pages without censure them, repeating the same mistakes of a regime that come from falsity.
But I don’t think to remember that past has something to do only with subjects of history or politics; I believe it has some value in personal events, that can appear insignificant to the world: all the discoveries, encouters, graces, that shape our present self; but we always forget about it, overpowered by an idea. There isn’t a big difference from an ideology, it’s only smaller.
But if men didn’t let himself be crushed by an idea, but did remember, which means, if he was the effect of his experience, which is reality, he would change, he would grow up, he would be free. And he would be bigger than tons of concrete on a mountain, gradually forgotten. 

Giovanni Vitali




NEVER FORGET YOUR PAST smalto, 100x 1300cm, Buzludzha, Bulgaria. 2014




STAMPA FOTOGRAFICA "TYLCO WOLNOSC" - solo libertà


Da oggi è disponibile la foto di "Tylco Wolnosc - solo libertà" (omaggio a Padre Popieluszko nel 30° anniversario del suo martirio), wallpaper che ho realizzato nel giugno 2014 a Varsavia, in Polonia.
Si tratta dell'unica testimonianza fotografica ufficiale, stampata su carta Hahnemule William Turner da 190 grammi, con una tiratura limitata di 20 copie, firmate e numerate. L'immagine misura 20 x 30 cm su un foglio di 30 x 40 cm.
La foto, consegnata già con una cornice, può essere acquistata per 150 euro. 

Per chi fosse interessato, scrivere a vitali_gio@yahoo.it

OMAGGIO A PADRE JERZY POPIELUSZKO NEL 30° ANNIVERSARIO DEL SUO MARTIRIO. TYLCO WOLNOSC - SOLO LIBERTA'. WALLPAPER, 210 X 800 CM. VARSAVIA, POLONIA

"TYLCO WOLNOSC" Il mio Report da Varsavia (ITA+ENG version)



 Caro Direttore,

 nel mio ultimo viaggio a Varsavia (giugno 2014) mi sono imbattuto in questo interessante murales, trovato, quasi casualmente, in una passeggiata presso questo stabile abbandonato. Non è chiaro di cosa si tratti, se di un rifugio antiatomico, o se di un centro di spionaggio; chi lo sa… dopo il 1991 tutto è stato abbandonato. Tuttavia campeggiava questo WALLPAPER (cioè un opera dipinta su carta e applicata con colla al muro) raffigurante padre Jerzy Popieluszko; misura 210 x 800 cm. Non so se lei lo conosce, ma deve essere stato un tipo mica male. Infatti lo hanno ucciso. Vengono raffigurati, da una parte, i simboli Occidentali che urlano “NO COMUNISMO”; di fronte, allo stesso modo, la propaganda SOVIETICA urla “NO CAPITALISMO”. In mezzo, padre Popieluszko dice solo “Tylko Wolnosc” – solo libertà. Questo succedeva fino a 25 anni fa. Retorica? Io non credo. Popieluszko aveva capito che il problema ultimo dell’uomo non è appartenere ad una componente politica, ma riconoscere una Presenza. Per questo credo che tanta gente lo seguisse, e per questo motivo lo hanno ammazzato in modo selvaggio. Quest’anno sono 30 anni dal suo martirio. A me è piaciuto tantissimo, e spero che chiunque possa leggere le sue Omelie per la Patria (le edizioni Cseo dell’inarrivabile don Francesco Ricci non si trovano più, ma è possibile recuperare il buon libro di Annalia Guglielmi – Popieluszko, non si può uccidere la speranza). W Popieluszko, W la Libertà. Con infinita stima,

Giovanni Vitali


Dear Directr,

in my last trip to Warsaw, i founded this interesting wallpaper that i saw during a walk in these abandoned buidling. It is not clear it is about, if an anti-atomic bunker or a spy-center; who knows... after 1991 everithing was abandoned. But this wallpaper was there representing father Jerzy Popieluszko; it's about 210 x 800 cm . I am not sure you know it but he must have been an interesting men. In fact they killed him.
On one side there are the typical western symbols, that scream “No communism”; in the opposite side, in the same way, the sovietic propaganda scream “No capitalism”. In the middle father Popieluszko says “only freedom”. This is what happened until 25 years ago. Retoric? I don't think so. Popieluszko understood that the very problem of the human being is not to belong to a political group, but to recognize a Presence.This is way i think that so many people followed him, and for this reason they killed him in a horrible way. Today it's the 30th anniversary of his martirium. I liked him very much and i hope that everyone can read his “omelies for the country”. The CSEO editions of Don Francesco Ricci are not available anymore; but it is possible to find other books with his speeches.
W Popieluszko
W Freedom.

Giovanni Vitali



popieluszko 4

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popieluszko 2

popieluszko 1

LO STATO DELL' ARTE 2013

LO STATO DELL’ARTE nel 2013 Obraz – art kitchen and wine – la cantina di manuela Dal 11 giugno al 31 luglio 2013 Via Procaccini 41 Milano Tel 02 3452034 cell.339 6312241 www.obraz.it – www.lacantinadimanuela.it orari : tutti i giorni dalle 10 alle 15 e dalle 16,30 alle 19,30 inaugurazione martedì 11 giugno ore 18,30. Lo stato dell'arte nel 2013 Era il 2003 quando Obraz propose per la prima volta “Lo stato dell’arte” , mostra di fine stagione che ha l’intento di censire il lavoro che si svolge intorno alla galleria. Quest’anno l’evento si terrà presso le cantine di manuela di Via Procaccini, un’enoteca con cucina con la quale la galleria Obraz continua la collaborazione dopo la personale di Giuseppe Bombaci. La location esalta lo spirito di festa di fine stagione della mostra, oltre al rinfresco vi è il ristorante per chi vorrà fermarsi a cena, un’opportunità di salutarci in allegria prima delle vacanze. Come sempre lo spirito festante della mostra non pregiudica la qualità delle opere proposte, quasi tutte di piccolo formato, ma quest’anno particolarmente di alto livello. . Artisti : Piero Addis Dario Arcidiacono Sophie Ammerich Agostino Arrivabene David Bowes Davide Bramante Felipe Cardena Linda Carrara Marco Casentini Roberto Coda Zabetta Francesco De Grandi Loris Di Falco Mimmo Di Marzio Marco Fantini Giovanni Frangi Massimo Kaufmann Davide La Rocca Cristina Lefter L'orMa Madre Paolo Maggis Paolo Manazza Claudia Marini Fulvia Mendini Elena Monzo Anna Muzi Davide Nido Guido Nosari Michela Pomaro Melissa Provezza Pierluigi Pusole Rossella Roli Angela Trapani Giovanni Vitali Andrea Zucchi Claudia Zuriato

IL SOGNO DI MAO. in Cina ancora purtroppo ci credono

Questo quadro (esposto a Mantova fino al 16 Maggio), è nato dopo aver letto un articolo sul blog di Leone Grotti - The East is read - e aver visto questo vecchio manifesto di propaganda. Da questo articolo ho deciso di fare questo quadro, seguite i link che trovate all'interno per saperne di più. CLICCA QUI

ORIENTALMENTE - mostra collettiva a Mantova

per info www.mantegnacercasi.it LA CITTA’ DEL MANTEGNA CERCA IL NUOVO GENIO ARTISTICO Al via la prima edizione della rassegna-concorso “MantegnaCercasi” In occasione della mostra Pianeta Cina in programma dal 13 aprile al 15 maggio a Palazzo Te, Camera di Commercio e Confcommercio Mantova con il patrocinio del Comune indicono la prima edizione di una rassegna-premio ad invito dal titolo “MantegnaCercasi”, dedicata alla ricerca di giovani talenti artistici. Una grande galleria di arte contemporanea che si snoderà nelle vetrine dei negozi, una sorta di museo aperto e itinerante per visitatori e cittadini. Come reazione al sisma che ha colpito, quasi un anno fa, la provincia di Mantova, si è diffusa tra le persone la voglia di ricominciare e la volontà di fare scoprire sempre di più la città dei Gonzaga. Con queste premesse è stata pensato il concorso “MantegnaCercasi”, proprio per fare del capoluogo, attraverso l’arte, la città del Rinascimento Contemporaneo. Con un museo itinerante nel centro storico della città, Mantova, città d'arte per eccellenza, permette così di avvicinare alle arti visive anche i non addetti ai lavori, persone che semplicemente passeggiano tra le vie o fanno acquisti nei negozi. La prima edizione della rassegna “MantegnaCercasi” ha per tema la Cina e si declina quindi nel titolo di “Orientalmente”. Ai 42 artisti invitati è stato infatti chiesto di dare un’interpretazione originale, attraverso le loro opere, del Paese più popolato del mondo, della nazione che più di tutte si è imposta nello scenario mondiale negli ultimi anni e che vanta una cultura millenaria. Quattro i curatori (Francesca Baboni, Stefano Taddei, Alberto Mattia Martini e Carlo Micheli) che hanno invitato 42 artisti (pittori e scultori) di età inferiore ai 35 anni e già noti nel panorama artistico nazionale. Una selezionata giuria formata dai quattro curatori e dai due galleristi mantovani (Giovanni Bonelli e Massimo Mossini) decreterà l'opera vincitrice, quella cioè che avrà meglio interpretato il tema, e che verrà acquistata per un valore di 5.000 euro ed entrerà a far parte della pinacoteca della Camera di Commercio di Mantova. Le opere saranno visibili nelle vetrine dei negozi del centro cittadino a partire da sabato 13 aprile e la cerimonia inaugurale si svolgerà lo stesso giorno alle 18.00 a Palazzo Te. La proclamazione del vincitore avverrà sabato 20 aprile al teatro Bibiena alle 20.45 con la presentazione del catalogo della rassegna e del catalogo della mostra Pianeta Cina editi da Publi Paolini. A seguire il concerto della pianista cinese Jayi Sun allieva del celebre pianista internazionale Lang Lang. Elenco degli artisti che partecipano al concorso: Daniela Benedetti, Elisa Bertaglia, Valentina Biasetti, Fabio Borrelli, Mario Branca, Giulia Dall'Olio, Lorenzo Di Lucido, Tamara Ferioli, Domenico Grenci, Gabriele Grones, Luca Lanzi, Giulia Maglionico, Jara Marzulli, Elena Monzo Laurina Paperina, Arianna Piazza, Denis Riva, Giovanna Sottini, Ciro Zanella (segnalati da Baboni e Taddei). Federica Aiello Pini, Alketa Delishaj, Nicola Mette (segnalati da Micheli). Guido Airoldi, Thomas Bee, Paolo Ceribelli, Andrea Francolino, Fidia Falaschetti, Luca Gastaldo, Ester Grossi, Omar Hassan, Yalyisheva Natasha, Dragan Milos, Carlo Alberto Rastelli, Marta Sesana, Marco Pace, Paolo Maggis, Andrea Mazzola, L'orMa (Lorenzo Mariani), Aura Zecchini, Aldo Sergio, Margherita Martinelli, Giovanni Vitali (segnalati da Martini). Info: www.mantegnacercasi.it

FINISSAGE COLONNE DELL ARTE IN REGIONE

LE COLONNE DELL'ARTE IN REGIONE PALAZZO LOMBARDIA MUSEO VERTICALE 12 febbraio 2013 | 39 PIANI DI BELLEZZA Le colonne sono quindici lavori di pregio, che sono stati donati con l'obiettivo di contribuire alla concreta realizzazione di un progetto ambizioso: dare vita a trentanove piani di bellezza, fruibili liberamente dall'intera comunità. Non poteva mancare Milano nelle reinterpretazioni creative dei vari artisti. L'opera Guglia del Duomo, di Rossella Gilli, è un omaggio al capoluogo lombardo, città natale dell'artista, e al suo simbolo, la Madonnina del Duomo. Nella colonna Vertigo, di Fabio Giampietro, possiamo ammirare la trasformazione dello skyline di Milano, osservandone i simboli architettonici più noti, da Palazzo Pirelli alla Torre Velasca, fino allo stesso Palazzo Lombardia. Nicola Felice Torcoli, nella colonna Simultaneicities, interpreta in modo originale la città, che sembra prendere vita dalla terra, affiorare in superficie e trasformarsi in grigi blocchi di cemento. L’UOMO E LA NATURA Un tema altrettanto affascinante e ricorrente nelle opere è il rapporto tra uomo e natura, che porta ad affrontare quello della sostenibilità ambientale. L'Albero di città, di Manuela Carrano, raffigura una natura capace di rinascere inesorabilmente a nuova vita, nonostante le violenze subite dall'uomo, da cui traggono linfa vitale anche le città. Paolo Troilo, autore di Colonna, ci induce a riflettere sul legame indissolubile tra uomo e natura, constatando come entrambi facciano parte di uno stesso sistema. IL MUSEO VERTICALE IN REGIONE Ma gli artisti, oltre a rappresentare tematiche di rilevante attualità, si sono confrontati brillantemente con la forma cilindrica, su cui hanno poi lavorato, creando delle opere uniche e di straordinario valore. Sussi_Diario, di Manuel Felisi, costituita solo da libri, diventa un omaggio alla scrittura. Life is Love, di Daniela Forcella, con la riproduzione di decine di cuori di resina, sottolinea l'amore all'istituzione. L'Ego Forever, di Matteo Negri, simboleggia l'abbraccio fatto da moduli che richiamano i mattoncini Lego. Laura Fiume è autrice di Vertical Loft, una colonna raffigurante un loft su quattro livelli collegati da scale, viste di profilo, in un moto spiraliforme. LA CASA DI TUTTI I LOMBARDI E ancora. Sam Havadtoy propone una mirabile opera realizzata con decine di metri di pizzo pitturato di bianco, sul quale emerge una scritta Szerelem Gyotrelem (Amare è soffrire), come a volere dare una lettura diversa del sentimento. Flowers 07, di Casagrande&Recalcati, porta in primo piano l'ibisco e ne esplode le possibilità evocative, rendendolo così un omaggio alla tradizione della moda milanese. Giovanni Vitali, con The dawning of man, mette in contatto con un particolare aspetto dell'arte figurativa, offrendo allo spettatore significativi spunti di riflessione. La colonna L'impronta, di Emanuela Venturini, ci avvolge con una cascata di petali, su cui si riflette la città circostante mentre Franz Preis Baruffaldi, con la sua Superalfemminile, si sofferma a raccontarci la donna che lavora, vera eroina dei tempi moderni. Infine Helidon Xhixha, con la sua Colonna X, ha compiuto uno straordinario esercizio di abilità, fondendo medaglie quali riconoscimenti simbolici, offerti all'Istituzione nel corso di questi ultimi anni, in una mirabile opera d'arte. OCCHI NUOVI SULL'ISTITUZIONE «Tutti gli artisti - sottolinea Formigoni - attraverso le loro magnifiche opere hanno reso reale il nostro progetto: mostrare con occhi nuovi un luogo istituzionale, offrire a ogni cittadino l'occasione di immergersi nell'arte, da sempre fonte di arricchimento culturale». Le colonne dei nuclei dell'edificio, da cui accedono dipendenti e visitatori, costituiscono le fondamenta di bellezza su cui poggia il museo verticale. Uno spazio aperto a tutti, secondo un'antica tradizione, che ha visto nei secoli i palazzi dei governi divenire centri di attrazione dei migliori artisti. Una sede aperta alle sperimentazioni anche d'avanguardia, che hanno reso l'edificio un vero e proprio cantiere d'arte internazionale. Non luoghi convenzionali per l'allestimento di mostre, ma spazi di passaggio vissuti da chi tutti i giorni lavora, dai cittadini lombardi e da chi entra temporaneamente per partecipare a convegni, riunioni, incontri di lavoro o per chiedere informazioni.