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"NO ONE WINS" IL MIO REPORT DA SARAJEVO (ITA+ENG VERSION)


Caro direttore,

Così Vaclav Havel - il più noto dei dissidenti cecoslovacchi - sottolineava il problema della libertà umana:
“Quando ci si disfa dell'uomo in nome dell'ideologia si perde il concetto discriminante di bene e di male, di verità e di menzogna, e alla fine sparisce anche il concetto di compassione, perchè non esistono più individui, ma solo automi”.
Quando Sarajevo era ancora Jugoslavia, nel 1984 ospitò i giochi olimpici invernali. Lungo l'enorme serpentone di cemento - la pista da bob -  che striscia tra i boschi intorno alla città, abbandonata prima, trincea naturale durante la guerra poi, c'è un poster di 400 x 400 cm raffigurante una singolare partita a scacchi.
Mickey Mouse e Tito si affrontano giocando con speciali pedine, non più uomini, ma stelle rosse e dollari statunitensi. Non c'è vittoria, solo accumuli di sconfitte. La riduzione dell'uomo a esclusiva componente politica – dice il dipinto -  può creare solo contrapposizione, ed inevitabili perdite, perchè non c'è ideologia o progetto che possa garantire la salvezza dell'uomo.  Ancora Havel in una intervista negli anni 80 con tono quasi profetico:“Il potere impersonale non è affatto estraneo alla cultura occidentale. Anche se di colpo sparissero dalla faccia della terra i sistemi totalitari, non per questo il mondo sarà liberato dal rischio di un potere anonimo che opera al di fuori di ogni criterio di verità”. La considerazione della persona ridotta a  oggetto politico, economico, religioso, etnico, genera esclusivamente parti contrapposte in perenne scontro.
La Jugoslavia cessò di esistere così, in un decennio di guerre insensate motivate dall'odio ideologico nei confronti del soggetto diverso, non più inteso come essere umano, ma solo come controparte da sconfiggere. Nell'assoluto abbandono della compassione umana.




Dear director, 
this is how Vaclav Havel – the most famous Czechoslovakian dissident – underlined the problem of human freedom:
«when we get rid of the man in the name of ideology, we lose the distinguishing concept between good and evil, truth and lie, and at the end also the idea of compassion disappears, because there are no more individuals, but only drones». 
When Sarajevo was still Yugoslavia, in 1984 hosted the winter Olympic games. Along the huge concrete snake – the bob track – that crawls in the woods around the city, that at first was abandoned, and then became a natural foxholes, there is a poster of 400 x 400 cm, which represents a particular chess game.
Mickey Mouse and Tito face each other playing with special pawns, not man anymore, but red stars and US dollars. There is no victory, only stockpiles of defeats. The reduction of man only to a political component – says the draw – can only create contraposition, and unavoidable loss, because there is no ideology or project that can grant man’s salvation. Havel, in an interview from the 80s, with a voice that sounded almost prophetic, also said: “impersonal power is not at all  something which is far from the occidental culture. Even if suddenly totalitarianism would disappear from the earth, world wouldn’t be free from the risk of an anonymous power that works outside of any criteria of truth.»
The consideration of the individual reduced to political, economic, religious, or ethnical object, can only generate opposing parts in an eternal fight.
Yugoslavia stopped existing like this, in ten years of wars without sense, motivated only by the ideological hate for a subject which is different, no more considered as a human being, but only as counterpart to defeat. In the absolute abandon of human compassion.

"NO ONE WINS" wallpaper 400 x 400 cm 1984 Olympic winter games camp Sarajevo, Bosnia, 2015